Inespugnabile come le mura della fortezza di Mirandola è il monastero siriano in cui si svolge l’azione di “Mother Fortress”, film documentario di Maria Luisa Forenza che dal suo debutto ha già conquistato numerosi riconoscimenti di prestigio, tra i quali la Menzione Speciale al Tertio Millennio Film Fest e il Premio come Miglior Documentario 2020 al “Festival del Cinema Città di Spello ed i Borghi Umbri – Le Professioni del Cinema”. L’opera sarà proiettata giovedì 30 settembre alle ore 21 all’Auditorium “Rita Levi Montalcini” di Mirandola, quale evento anticipatorio del Memoria Festival. A discuterne con la regista sarà lo storico e critico del cinema Gian Piero Brunetta. Un’occasione per riflettere su uno dei più violenti conflitti del nostro tempo partendo dall’esperienza di una comunità di religiosi che resiste e non smette di prendersi cura degli altri. Una rara testimonianza vissuta in prima linea da Maria Luisa Forenza che restituisce immagini di memoria della vita ordinaria perduta in Siria, alla ricerca dell’inafferrabile, fra detriti di guerra, e filmando in prima linea la coraggiosa resistenza degli innocenti, a partire da Madre Agnes, la suora protagonista della missione umanitaria narrata.
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MOTHER FORTRESS (Italia, 2019)
soggetto, sceneggiatura, regia: Maria Luisa Forenza
fotografia, suono presa diretta: Maria Luisa Forenza, Giulio Pietromarchi
montaggio: Annalisa Forgione, Maria Luisa Forenza
sound editing: Marco Furlani
sound mix: Marcos Molina
color grading: Vincenzo Marinese
produzione: Maria Luisa Forenza per Damascena Film
in collaborazione con Rai Cinema, MAECI-DGPSP, Roma Lazio Film Commission
distribuzione: Rai Cinema, Damascena Film, FICE
durata: 77′
lingue originali: Inglese, Francese, Arabo, Spagnolo
sottotitoli: Italiano
Sinossi
Madre Agnes, assieme a monaci, monache provenienti da Francia, Belgio, Portogallo, Libano, Cile, Venezuela, Colorado-USA (di cui alcuni ex-giornalisti), affronta gli effetti della guerra in Siria sul suo monastero, situato ai piedi delle montagne al confine con il Libano dove ISIS insidiosamente si nasconde.
Nonostante sia esso stesso obiettivo di attacchi, il monastero accoglie orfani, vedove, rifugiati (cristiani e sunniti), vittime di una guerra fratricida che dal 2011 ha prodotto caos e devastazione. Organizzando un convoglio di ambulanze e camion, che percorrono strade controllate da cecchini, Madre Agnes persegue la rocambolesca missione di fornire aiuti umanitari (cibo, vestiti, medicine) ai siriani rimasti intrappolati nel paese. Esplorazione non della guerra, ma della condizione umana in tempo di guerra, il film è un viaggio fisico e spirituale, una ‘storia d’amore’ con destinazione Roma dove il senso del racconto si rivela…