VIAGGIATORE SENZA BIGLIETTO

Un mondo senza tempo e senza spazio, dettato solo dalle emozioni interiori: è lì che la mente può divagarsi rincorrendo concetti fluttuanti che si disperdono nell’istante successivo a quello in cui sono stati pensati. Un mondo virtuale – e mai così attuale in questi giorni di quarantena forzata dall’epidemia – che in realtà è sempre esistito, perché frutto di una visione soggettiva. È questa la dimensione fortemente intimista e sinteticamente “umana” in cui Massimo De Tommaso, autore per passione e ora in carreggiata col suo secondo libro di poesie, stuzzica un lettore alla ricerca di una sensibilità condivisa, nella Natura, nei Sentimenti, nell’Universo immaginato, e spesso poco vissuto.

Si rincorrono fotogrammi nelle ore di un meriggio che bolle di afa e salsedine e nel quale la luce spenta di un’estate gioca con la fantasia nel calare di un’ombra interminabile all’orizzonte. Si intrecciano ricordi e rimpianti ai bordi del lago di un tempo in cui ogni attimo è un infinito mosso dalla tristezza malinconica di un passato che fu o che non si è sviluppato a sufficienza per concretizzarsi in felicità. Si tracciano curve di pensieri sinuosi che si disperdono come polvere di stelle e si espandono come nuvole di profumi, disegnate da sottili segni di matita che tendono a ispessirsi nel momento del sentire una tensione travolgente che spegne la ratio trasformandola in desiderio. Sono percorsi, questi ed altri, che amplificano la doppia fantasia, onirica e concreta, di un poeta a tutto tondo, quale De Tommaso dimostra di essere, nella duttilità e incisività di una scrittura fluttuante e romantica, oggettiva e soggettiva, nella quale perdersi e recuperarsi. Dal primo componimento, quel “Metapensiero” racchiuso tra silenzio forzato e sentimento congenito d’amore, fino all’ultima creazione, “Il tempo delle certezze” in cui solo l’ascolto dei battiti del proprio cuore riesce a superare dubbi, passioni, sogni e parole perché a differenza di questi, indispensabili ma momentanei, la pulsione del sé genera la stessa vita, e con essa il senso di verità di ogni essere.

Fonte

Elisabetta Castiglioni