RIVER BLONDE

{gallery}RIVER-BLONDE{/gallery}

SCHEDA TECNICA
   
Titolo: RIVER BLONDE. The Heart, The Healer & The Holy Groove
Data: 11 dicembre 2016
Luogo: Nuovo Teatro San Paolo
Orario: 21
di e con  Stefano Tavernese e GuitArmando Serafini
Ingresso: € 5

 

COMUNICATO STAMPA

Esce sulle piattaforme digitali e nei migliori negozi musicali un album dal sound personale e dall’impatto immediato. The Heart, The Healer & The Holy Groove è il primo lavoro del duo composto da Stefano Tavernese e GuitArmando Serafini, un insieme di pezzi originali – canzoni e strumentali – arricchito da quattro cover estratte dal repertorio blues tradizionale e dal canzoniere contemporaneo, fra roots-rock e country-blues.
I riferimenti sono artisti di culto come Ry Cooder, Taj Mahal, Ben Harper, JJ Cale e la matrice è il suono ben riconoscibile del duo, caratterizzato dall’impatto delle originali percussioni di Serafini e delle chitarre di Tavernese che nell’album si misura con ogni tipo di strumento a corde.

I sette pezzi scritti da Stefano Tavernese per l’album seguono un percorso variegato che si apre con il ritmo frizzante ed energico scandito dalle chitarre in “The Preacher’s Tale”, seguita dall’intensa ballad acustica “Deep of My Heart”. Nello strumentale “The Banshee Stomp” influenze etniche celtiche e medio-orientali si fondono con il rock delle percussioni e dell’elettrica di Adriano Viterbini, mentre “She Would Always” è una delicatissima ballata affidata ai soli pianoforte e voce. “Maggie’s Dance” lascia parlare la slide elettrica che evoca immagini e paesaggi aperti, “Sgroovin” è un divertente e movimentato tributo al funk. Chiude la scaletta degli 11 brani l’intenso gospel “Oh Mother Can You Save Me” con la sua ipnotica atmosfera.

Fra le quattro cover, “The Six O’clock Train and a Girl with Green Eyes” di John Hartford diventa “Il treno delle sei” in una suggestiva versione quasi recitata, l’unica con testo in italiano nell’album, un pezzo celeberrimo come “Stand By Me” acquista una nuova atmosfera delicata e latineggiante, la classica “Police Dog Blues” del maestro Blind Blake si trasforma in un trascinante shuffle e il vecchio tradizionale “Long John” prende vita grazie a piano, mandolino e alle armonie vocali.

L’album è registrato e prodotto da Giacomo De Caterini ed è arricchito dalla collaborazione di ospiti come Adriano Viterbini dei Bud Spencer Blues Explosion alla slide elettrica e mando-guitar, il pianista/soul singer Mario Donatone, Lorenzo Feliciati e Fabio Fraschini al basso, Enrico Cosimi alle tastiere, la voce di Gina Fabiani e la chitarra di Federico Ciancabilla.

Il duo River Blonde nasce nel 2013 grazie a due musicisti romani innamorati del blues, della chitarra slide e della musica ricca di groove in generale: Stefano Tavernese (voce, chitarre elettriche, acustiche e resofoniche, strumenti a corde vari) e GuitArmando Serafini (percussioni). Un incontro che riesce spesso a sorprendere per l’efficacia delle performance live e un repertorio che mescola efficacemente pezzi originali e cover personalissime.

“Sono due… ma sembrano quattro!” è il commento davanti al ‘volume di fuoco’ di River Blonde. E di fuoco sarà l’anteprima di presentazione a Roma, domenica 11 dicembre al Nuovo Teatro San Paolo (Viale di San Paolo 12, ore 21).

www.facebook.com/RiverBlonde
www.youtube.com/user/RiverBlondeSession

 

Stefano Tavernese
Eclettico strumentista, performer ricco di humour e fantasioso interprete vocale, fin dagli anni ottanta ha spaziato fra musiche tradizionali ed etniche di ogni tipo, blues, jazz, rock con la chitarra, il violino e un numero imprecisato di strumenti a corde.
Numerose le collaborazioni con noti artisti italiani e internazionali, dal rock sanguigno dei Gang al progressive d’autore della PFM, dai virtuosismi chitarristici di Bob Brozman alle originali rivisitazioni dell’Orchestra Italiana di Renzo Arbore, fino all’alternative rock-blues dei Bud Spencer Blues Explosion.

Armando Serafini
Uno dei segreti (sempre meno) nascosti della capitale musicale. Decine di migliaia di visualizzazioni per un video in cui dimostra come suonare dell’ottimo funk a colpi di nocche su qualsiasi superficie o con un set di percussioni personalizzato a base di legno e metallo, alias Guitarmandrum. “Nocche’n’roll” senza mezzi termini…
E non chiamatelo ‘batterista’. Non a caso il suo nome d’arte è Guitarmando e infatti Sir Guit è un chitarrista coi fiocchi e alle sue originalissime percussioni ha unito le sei, dodici (e anche otto del bouzouki) corde con Mimmo Cavallo, Umberto Papadia, Piergiorgio Faraglia, il tributo acustico ai Led Zeppelin dei No Quartet e Adriano Viterbini.

 

RASSEGNA STAMPA

 

RASSEGNA VIDEO

[spvideo]https://www.youtube.com/watch?v=iy7pBc7Ew40[/spvideo]

 

 

 

 

Elisabetta Castiglioni