IL ROMPIBALLE

Ancora una settimana per vedere IL ROMPIBALLE, l’esilarante commedia scritta da Francis Veber e tradotta da Filippo Ottoni che vede sul palco del Teatro Ghione la collaudatissima coppia Nicola Pistoia e Paolo Triestino, rispettivamente nei panni del disperato innamorato aspirante-suicida e in quello del prete-killer dall’accento russo ortodosso. Non è una classica commedia ma una costruzione attoriale e scenica acutamente ponderata, che gioca sul ritmo delle comiche e delle boutade con una perfezione di tempi e battute che volgono allo scoccare di ogni situazione in un crescendo che ha la sua apoteosi in un finale decisamente inverosimile. La classe dei due attori (che saranno impegnati sempre al Ghione nel giorno della memoria,il prossimo 27 gennaio, nel prezioso testo “Li Romani in Russia”) non smentisce la loro esperienza e preparazione mnemonica, mimica e prossemica, ma si circonda affabilmente anche di personaggi secondari perfetti nel loro “physique du rȏle”: Antonio Conte è il medico psichiatra-psicotico per il quale François Pignon (Pistoia) è stato lasciato dalla giovane compagna; Loredana Piedimonte è la capricciosa insicura e pazientemente pseudo-innamorata Luise, Matteo Montaperto il portantino cameriere tuttofare dell’hotel di Marsiglia dove si sta per compiere un suicidio-quasi omicidio e un attentato ad un supertestimone scortato dalla polizia (per il quale viene ingaggiato il finto prete interpretato da Triestino), Alessio Sardelli l’agente incappato sfortunatamente e per dovere in un intreccio di azioni dettate da pene d’amore e doveri omicidi che gli costerà però la carriera.
Una scenografia funzionale brillantemente ideata da Francesco Montanaro – tutta incentrata in una doppia camera d’albergo – incornicia la dinamica delle azioni attoriali incollandoci all’evolversi delle azioni, incredibili ma incredibilmente possibili, che l’autore de “La cena dei cretini” ha scritto per la scena teatrale e che il genio dei due protagonisti-registi italiani, affiatatissimi e competenti in materia di comico (e non è facile!), ha reso nel migliore dei modi – complici anche le luci di Alessandro Nigro e i costumi di Lucrezia Farinella – stimolando continue risate, applausi e partecipazione in un pubblico di ogni età.

Cartella Stampa

Elisabetta Castiglioni